Nino Strano

tutti lo ricordano, stava in Alleanza Nazionale, era in Parlamento quando cadde il governo Prodi, festeggiò tirando fuori una bottiglia di Champagne e infilandosi anche delle fette di mortadella in bocca: una scena memorabile che ha fatto il giro del mondo, dissero che mai più questo signore avrebbe calcato le scene parlamentari, infatti lo mandano in Europa, non essendo riusciti a rimandarlo in Parlamento! Tra una mortadella e un brindisi con lo Champagne in pieno Senato l’ottimo Nino Strano trovò anche il modo di insultare un Senatore dell’Udeur, Nuccio Cusumano, che era l’unico che non aveva tradito il mandato elettorale e che, quindi, aveva votato a favore del governo Prodi mentre tutto il suo partito era passato con Mastella, armi e bagagli, all’opposizione. Quindi il fatto di non aver tradito ne fece un traditore e infatti Strano gridò a Cusumano “ pezzo di merda, checca squallida, venduto e mafioso” addirittura. Poi disse che era stata una goliardata.
Per non farsi mancare niente, Strano ha anche una condanna recente in primo grado a Catania per lo scandalo della cenere lavica: che cosa era successo? Che nel 2005, tre giorni prima delle elezioni comunali a Catania, Strano, che era Assessore della Giunta Scapagnini, il medico di Berlusconi, insieme agli altri Assessori e a Scapagnini aveva deciso di regalare tra i 300 e i mille Euro a ciascuno dei 4.000 dipendenti del comune per risarcirli dei danni causati dall’eruzione dell’Etna, che anni prima aveva ricoperto di cenere nera la città. Naturalmente era un chiaro regalo ai dipendenti pubblici affinché votassero per i partiti di centrodestra, che sostenevano la Giunta: la stessa Giunta Comunale che ha svuotato le casse comunali e ha mandato completamente in fallimento Catania. 
E’ quindi condannato insieme a Scapagnini, Strano, a due anni e due mesi in primo grado per abuso d’ufficio e violazione della legge elettorale. Inoltre, dato che avevano anche svuotato le casse del comune, Strano ha anche una richiesta di rinvio a giudizio e conseguentemente è imputato in un altro processo sempre a Catania per abuso aggravato e falso in atto pubblico, proprio per il buco nelle casse comunali.